Ieri sera ho visto la settimanale puntata di Report, questa volta dedicata all’autodistruzione in corso nel settore del divano, nel forlivese.
Per chi non avesse visto la puntata, il succo del discorso è: gli artigiani italiani stan venendo massacrati economicamente dalla concorrenza sleale dei cinesi impiantati nella stessa provincia, che pagano i propri operai in nero. Nonostante la cosa sia stata denunciata, però, non ci sono nella realtà mezzi coercitivi a disposizione delle forze dell’ordine (o, se ci sono, non sono debitamente utilizzati) per far cessare definitivamente queste attività che “drogano” il mercato: pagano una multa e riprendono a lavorare.
La cosa interessante è il fatto che alla base del problema c’è, nella mia opinione, la tolleranza verso gli atteggiamenti “furbi” che fa parte oramai della nostra cultura e -di riflesso- della nostra legislazione: finchè a fare concorrenza sleale usufruendo di lavoro nero erano stimati cittadini italiani, era (ed è) costume soprassedere, che –suvvia– cosa avran mai fatto di male, una multarella e si torna al lavoro.
Ed ecco che i meccanismi di controllo sono stati volutamente debilitati, le sanzioni ridotte, l’iter di rogne legali reso ridicolmente inefficace.
Quando però lo stesso meccanismo viene utilizzato a proprio vantaggio dai cinesi, ecco che nasce il problema ed un fiorente mercato manifatturiero va a rotoli.
Premiare i furbi ci ha fatto comodo fino al momento in cui ci siamo accorti che c’è qualcuno che in quanto a furbizia sa metterci alle strette, insomma.
Considerando l’andazzo parlamentare di questi ultimi 10-15 anni, volto a depenalizzare di tutto un po’ per risolvere i guai passati lì per lì da questo o quel politico, non si venga però a sostenere che il problema sono i cinesi in quanto immigrati…
Ho seguito anche io la puntata, a spizzichi. Quello che ho capito e’ che anche moltissimi “artigiani” italiani lavorano pezzi pre-lavorati all’estero, cina in particolare e poi assemblano qui da noi. Certo, i cinesi non pagano di solito le tasse, ma non pretenderai mica che gli eserciti di esattori delle tasse che lo Stato mette ogni anno alla caccia degli “evasori” del canone RAI venga “distolto” e impiegato concretamente per ridurre o eliminare questo fenomeno che tu stesso denunci…
😉
Mah, quello è senza dubbio un problema, ma è ben più sottile del caso in questione.
Per come la vedo io, e come sostenevo nel post, il problema vero è che ci siamo oramai assuefatti alla prassi dell’aggiramento della regola.
E poichè chi aggira le regole sale -socialmente- più in alto degli altri, si trova nella posizione di mettersi le spalle al coperto rendendo la persecuzione di chi sgarra una utopia.
Non è una cosa partita oggi, ma il risultato di lunghi anni di un declino che di recente ha solamente superato il punto di non-ritorno.
Almeno, IMHO (anche se spero di sbagliarmi)