Sono oramai più di due settimane che comunicare con l’esterno è diventato impossibile.
Da quando quell’oscura organizzazione senza volto pare aver hackerato il mondo, entrando in controllo di praticamente qualsiasi cosa parli con bit e byte, anche camminare per strada è diventato rischioso. Sanno chi siamo, sanno tutto di noi; e ci possono osservare di continuo quando siamo in campo aperto, grazie alla miriade di telecamere di sorveglianza che il mondo intero ha avuto il dubbio piacere di mettere a disposizione dei loro piani di conquista e controllo.
L’unica possibilità del nostro gruppo di resistenza è restare al coperto, cercando di pianificare una qualche disperata forma di contrattacco. E sperare che lì fuori, da qualche parte, ci siano tanti altri gruppi come il nostro. E che, anche se finora non siamo stati in grado di entrare in contatto con loro, in qualche modo si riesca a concertare delle azioni insieme. E che queste azioni di guerriglia possano qualcosa, contro chiunque stia facendo tutto questo…
Sono un po’ tanti “se”, messi in fila; tanto da sembrare una disperata equazione di Drake… Ma è tutto ciò che possiamo fare: anche la potenza militare sembra essere stata messa in condizioni di non nuocere, da questa gente. Nessun convoglio militare, nessuna battaglia, nessuna rappresaglia armata. Niente.
Almeno per quanto ne sappiamo, dato che nemmeno quella vecchia radio ad onde lunghe pare riuscire a captare un diamine di segnale…
Di là intanto sembra siano arrivati ad elaborare una qualche strategia per l’azione di domani, almeno a giudicare dal vociare fitto-fitto che viene dalla stanza accanto; sarà il caso di andare a vedere. Fino ad ora tutti i nostri tentativi di forzare i blocchi -che sembrano essere spuntati ovunque sulla rete- si sono rivelati del tutto inutili.
E’ ancora possibile visualizzare qualsiasi cosa, di qualsiasi sito, ma ogni tentativo di alterare un contenuto fallisce con turpi errori di protocollo. Il risultato è che sembra che tutta Internet si sia congelata, che il mondo intero si sia fermato e nulla debba più cambiare: i siti di news continuano a mostrare notizie vecchie, i social media continuano a riportare messaggi vecchi di oltre quindici giorni. L’email non funziona più, il traffico su porte diverse dalla 80, 443 e 53 sembra essere del tutto inibito, e tutti i tentativi di incapsulare traffico in qualche modo sono falliti.
Diamine, nemmeno il tunneling su DNS funziona più. E quello fregava anche il great firewall cinese…
La stanza è semibuia; c’è una sola luce, sopra al tavolo attorno al quale tutti si sono radunati, a scrutare corrucciati un e-book reader.
«E’ sicuro?» domando indicando il dispositivo appoggiato al tavolo. In questi ultimi giorni abbiamo imparato a guardare quasi con terrore qualsiasi oggetto tecnologico ci circondi. Che ironia…
«Nessun problema, Skull. Ho disabilitato il wireless per sicurezza, ma anche se fosse abilitato ‘sto catorcio non ha né GPS né webcam o altro… Eppoi stiamo cercando di capire se quell’approccio steganografico di Vecna di cui si parlava stamattina vale un tentativo e abbiamo il suo paper solo in elettronico. Quindi o lo leggiamo sul kindle o accendiamo un PC per stamparlo; tutto sommato, abbiamo deciso che il reader è il rischio minore…”»
Faccio una carrellata dei volti che mi circondano. Una manica di nerd più o meno giovani; non certo il tipo di gente che si assocerebbe con l’idea di “Resistenza”, di sicuro.
Ma è tutto quel che abbiamo e, tutto considerato, degli omoni alti e muscolosi non ci sarebbero di grande aiuto, visto quel che abbiamo davanti. Diamine, sembra di vivere in un film di Harry Potter…
«Speriamo bene…» rispondo «quei maledetti finora son riusciti ad entrare ovunque. In questo momento meno ci esponiamo meglio è. Ci manca soltanto che riescano a sapere in anticipo cosa vogliamo fare…» mi appoggio sul bordo del tavolo e rivolgo lo sguardo anche io al codice mostrato dal kindle.
«Sempre ammesso che noi si individui un punto debole o che si capisca almeno con chi abbiamo a che fare. Fino adesso è stato come trovarsi davanti un muro di granito e se continua così…» Mi interrompo. Lo schermo del reader ha sfarfallato per un attimo, come una vecchia scheda video che cambi modalità, e la cosa è preoccupante.
Dopo qualche altro sfarfallamento lo schermo inizia a mostrare quella che è senza alcun dubbio l’inquadratura presa da una webcam. Dopo un attimo di smarrimento, riconosco il volto serio di Marco d’Itri; sembra seduto a una scrivania.
“Vai, Marco, vai. Finalmente qualcuno sembra aver bucato ‘sto cazzo di muro. Fa’ che abbia un piano…”
Marco si schiarisce la voce e si appresta a parlare. C’è qualcosa di strano, in lui; sembra più cupo del solito e la cosa su di lui ha un effetto inquietante. D’altra parte -cerco di tranquillizzarmi- non c’è molto da ridere, oggi come oggi…
«So bene che non avete modo di comunicare con l’esterno e che pertanto sarete solamente in grado di ascoltare quanto vi dirò senza aver modo di replicare: in questo momento tutte le comunicazioni vengono intercettate e praticamente inibite. La ragione per cui ho aperto questo temporaneo varco è farvi sapere perché questo sta accadendo.
Ho scoperto alcune settimane fa una vulnerabilità estremamente critica che affligge praticamente qualsiasi apparato di rete comunichi attraverso protocollo IP. Questa vulnerabilità consente il controllo completo del sistema vulnerabile. In questo momento tutti i dispositivi di rete sono sotto il controllo di una unica rete di sistemi in grado di gestirli in tempo reale, ed è esattamente questa rete che sta inibendo le vostre comunicazioni. I sistemi di Command and Control di tale network non sono rintracciabili. E’ stata mia cura, infatti, installarli su palloni aerostatici dotati di pannelli solari, da cui questi server sono in grado di collegarsi a qualsiasi rete sia all’interno della loro portata. Attraverso la miriade di sistemi vulnerabili controllati, la botnet è altresì in grado di controllare i sistemi d’arma dei principali eserciti ed usarli per intraprendere azioni di difesa o rappresaglia nei confronti di chiunque cerchi di sabotare il sistema. Ci tengo quindi a comunicarvi che…»
Il resto delle parole è coperto dal brusio di commenti che si sollevano dai presenti. Io -esterrefatto- mormoro solamente «Merda, merda, merda, merda…»
Una voce, più squillante delle altre, arriva da un angolo della stanza: «Scusate…» dice «…ma da quand’è che il kindle può riprodurre dell’audio?!?»
«Uh?!?»
…
Ah-ehm.
No, non mi sono dato alla scrittura di romanzi di serie Z. Almeno, non ancora.
Che ci crediate o meno, questo è quello che ho sognato stanotte (romanzato quanto basta per poterlo scrivere qui).
Mi sono ripromesso di indagare se vi sono effetti psicotropi noti conseguenti all’assunzione di kaiserfleisch con contorno di carciofi…
Le mie scuse a entrambe le persone nominate, che nel sogno c’eran davvero.
Soprattutto le scuse a Marco, che si ritrova a fare la parte di Voldemort…
Ma ROTFL, sognare MdI è inquietante. Hai bisogno di una vacanza, amico.
@HappyCactus non è che non sia d’accordo, eh…
ROTFL… Potresti iniziare una saga sci-fi
Il mio socio sogna i clienti che non pagano.. Almeno il tuo è divertente
Da quando assume melatonina, un mio collega sogna solo sesso. Cosi’, solo un suggerimento se vuoi dare una svolta meno nerd al prossimo incubo cyberpunk kaiserfleisch-driven…
Un vero incubo! Ci sono tre possibili spiegazioni:
1. Internet è diventata senziente e ha cercato di penetrare nel tuo subconscio. Tu hai cercato di difenderti richiamando Gandalf, ma a causa di una indigestione di carciofi si è presentato Harry Potter.
2. Saruman ha cercato di imposessarsi di te, ma non ha previsto l’indigestione di carciofi ed è stato proiettato in un’universo stile Harry Potter in versione syberpunk.
3. Si tratta di una vera e propria indigestione di carciofi! Internet è rimasta tale e quale era e Tolkien ha scritto Harry Potter. In realtà sei stato proiettato in un racconto di Gibson.
PS. Buon Anno!