Nel corso degli ultimi anni, per lavoro, ho avuto modo di utilizzare in maniera intensiva la rete ferroviaria nazionale, in particolare sulla tratta Trieste-Bologna.
Sempre, la tratta Mestre-Bologna la ho coperta con treni Eurostar, su materiale ETR500: originariamente, questi eseguivano (almeno nelle corse che utilizzavo io) fermate intermedie a Padova, Rovigo e Ferrara. Da parecchi mesi, invece, l’unica fermata era Padova. Non troppo curiosamente, i tempi di transito sono cambiati poco o niente.
Oggi, dopo parecchio tempo che non mi capita più, sto pianificando un nuovo viaggio da eseguire nei prossimi giorni, e il sito delle Ferrovie mi propone la vista qui accanto.
Mi è facilmente saltato all’occhio il treno delle 10:54, marchiato come “ES-AV”, ovvero “EuroStar Alta Velocità”. Ovviamente, come i tempi di transito palesano, non si tratta di una “Vera Alta Velocità”, dato che la tratta in questione non è pronta ad ospitarla: plausibilmente, sarà “Alta Velocità” nella successiva tratta Bologna-Roma.
Tuttavia, la mia curiosità è stata tale da voler capire cosa cambia tra le due corse, soprattutto rispetto a “prima”. I tempi di transito, come visto, no. E cercando di acquistare i biglietti, il prezzo è lo stesso.
Non sono le stesse, invece, le fermate intermedie: mentre il treno delle 10:54 ha mantenuto la singola fermata a Padova, il treno delle 11:54 è tornato al “precedente formato”, con fermate a Padova, Rovigo e Ferrara. Il tempo impiegato è lo stesso, quindi tutto sommato frega poco…
Analogamente, però, un passo indietro tra gli EuroStar lo fa la qualità del materiale utilizzato: la fascia “AltaVelocità” mantiene l’utilizzo di ETR500, mentre i “normali EuroStar” tornano al passato, passando a materiale ETR460, che -pur utilizzato per servizio EuroStar in altre tratte- non vedo più in servizio su questa tratta da parecchi anni.
Per trarre qualche conclusione (a titolo esclusivamente personale): per Trenitalia lo strombazzamento con il quale è stato avviato il servizio Alta Velocità sulle poche tratte in grado di sostenerlo è stato la scusa con la quale coprire un arretramento qualitativo dei servizi già precedentemente erogati, spostando il materiale qualitativamente pregiato (quand’anche poco, già vecchio e mal mantenuto) su servizi presentati come “di qualità superiore”.
Non che ci sia nulla di nuovo, considerando lo stato delle ferrovie nostrane; anzi, è quasi consolante sapere che nonostante tutto anche in Italia abbiamo le nostre certezze…